Qualche settimana fa abbiamo partecipato a un convegno Federmobili dal titolo ottimista: “La luce oltre la crisi”.
Si è trattato del secondo appuntamento sul tema, il primo si era tenuto a Torino a inizio marzo.
Riporto qualche nota, indicando i relativi relatori.
PRIMA PARTE
Sara Paoletti (Csil).
La produzione di mobili è in calo dal 2006: il trend è più negativo di quello dell’industria manifatturiera in generale.
I consumi riflettono questo andamento, anche in termini di trend sui consumi di beni durevoli.
Le importazioni di mobili, per la prima volta negli ultimi 10 anni, nel 2009 caleranno (stima – 1,1%) ma aumenterà il valore medio unitario.
2007 – Consumi per comparti:
32% cucina
21% area notte
31% area giorno (no imbottiti)
16% altro
2009 – Previsione consumi: i calo su tutti i comparti (nel 2008 ha tenuto esclusivamente l’arredo ufficio).
Settori del mercato che più soffriranno la crisi: medio e basso.
Per quanto riguarda una “fotografia” sulla distribuzione, invece:
MOBILI
72% – Mobiliere tradizionale
21% – GDO (quota in costante crescita negli ultimi 10 anni)
3% – Vendita diretta
CUCINE
63%- Mobiliere tradizionale
20% – Centri cucina
13% – GDO
4% – Vendita diretta
In Italia la GDO pesa, in termini percentuali, molto meno che nel resto d’Europa.
L’estremo opposto si ha in Germania, dove il 94,4% Gdel mercato è appunto GDO.
Il trend tenderà inesorabilmente ad allinearsi alla media europea anche in Italia , sebbene con percentuali inferiori.
IDENTIKIT DEI PUNTI VENDITA INDIPENDENTI
Qualche dato, 1996 vs. 2006.
Fatturato: 713,4 vs. 1.203
Superficie: 1.270 vs. 2.010
Expo (% su superficie): 85% vs. 70% (aumenta lo spazio per progettazione e magazzino)
Fatturato per mq: 664 vs. 866
L’83% è proprietario del punto vendita, contro il 17% che non lo è.
Il credito al consumo copre ora una percentuale di fatturato pari al 28% (nel 1996 era 6,8%).
Il 32% di tali punti vendita ha “corner” monomarca (era il 60% nel 1996), anche perché molti produttori hanno integrato una loro distribuzione.
Numero medio di marche trattate: in dieci anni, si è passati da 24 (1996 ) a 14 (2006).
Si riscontra, in generale, una più alta propensione all’investimento, rispettivamente, nei seguenti campi (in ordine di differenza percentuale):
1. Formazione
2. Prodotti informatici
3. Expo
La percentuale di punti vendita che ha in essere qualche forma di partnership con altri PDV è inferiore all’8%.
Giulio Cacciapuoti – Makno
Il consumo sta assumendo nuovi aspetti e dimensioni. Questi i principali fenomeni del “nuovo consumo”:
RAZIONALIZZAZIONE: il consumo si fa più razionale e meno intuitivo;
SELETTIVITA’: c’è un processo di comparazione/selezione – ne consegue che si allungano i tempi di decisione;
QUALITA’: combina i due aspetti di cui sopra – il consumatore diviene “investitore”;
RESPONSABILITA’: il consumo non è più solamente individuale ma diviene un elemento di responsabilità sociale – confronto con paradigmi esterni;
SOSTENIBILITA’: energia ed ambiente, qualità sostenibile sono concetti che giocano un ruolo finora sottovalutato;
ESTETICA: il design del prodotto, ma anche del punto vendita, diviene fattore qualitativo discriminante – il design è il secondo “driver”, dopo la funzionalità, nella scelta della cucina.
Analizzando questi fattori, emerge che il cliente privato oggi deve essere “accompagnato” più che convinto. Per questo occorre tempo.
La GDO non ha tempo da dedicare al privato: è su questo terreno che devono individuarsi le discriminanti per combatterla.
I fattori individuati dai privati come qualificanti per il punto vendita sono:
1. Disponibilità e cortesia
2. Garanzia della sostituzione
3. Capacità del personale
4. Ampio assortimento
5. Convenienza dei prezzi
Giovanni Comboni – Partners
PIL Italia 2009 (previsto): -3,0% circa.
PIL Italia 2010 (previsto): -0,1% circa.
I consumi sono previsti in calo di almeno il 2% rispetto al 2008.
Si registrerà una sofferenza generalizzata dei crediti commerciali che si sostanzierà in un aumento degli impegni finanziari (proprio in un momento in cui il sistema del credito non è in buona salute).
Dove possono individuarsi i punti sui quali intervenire?
Solo nei punti di forza della distribuzione tradizionale, che sono:
1. TERRITORIO – storia, leadership, marchio, conoscenza;
2. CONOSCENZA CLIENTELA – profilo, aspettative, comportamento;
3. RELAZIONI – affidabilità nel tempo;
4. SERVIZIO – personalizzazioni, pre e post vendita.
In questo contesto, le linee di intervento da attuare sui punti vendita sono:
– STRATEGIA / MARKETING:
Posizionamento strategico
Prossimità al cliente
E-marketing / E-communication
Alleanze / Associazionismo
– EFFICIENZA:
Eliminazione costi fissi non produttivi
Investimenti prioritari
Marginalità delle vendite
– MODELLO BUSINESS:
Mission
Posizionamento
Format e assortimento
Comunicazione / Promozioni
– FINANZA:
Verifica marginalità
Cassa (Nota bene: in momenti di crisi la cassa non va mai delegata, ma gestita direttamente dal titolare).
– PERSONALE:
Formazione
Definizione mansioni, compiti e responsabilità
Favorire crescita risorse ad alto potenziale.
Fabio Turchini – Innova.com
Il consumatore è cambiato: è più preparato ed informato, compara e seleziona.
Occorre capire come “approcciarlo” per accompagnarlo alla decisione.
In quest’ottica il personale del punto vendita deve acquisire 3 tipologie di competenze:
1. TECNICHE
2. DI COMUNICAZIONE
3. RELAZIONALI
SECONDA PARTE
La seconda parte del convegno prevedeva la testimonianza di alcuni responsabili di aziende di distribuzione e produzione.
Qui sotto riporto le loro considerazioni sul quesito: “Come uscire dalla crisi?”
Melidoni – CETUS
Realtà distributiva con 200 dipendenti, 80 milioni di euro di fatturato. Nasce nel campo dei materiali per costruzione e si sviluppa poi anche nell’arredamento.
Investono nella expo con grandi superfici: lo scopo è quello di emozionare i privati.
Team di 12 architetti per progettare lo spazio “su misura” del privato.
La risposta quindi è:
1. Offerta ampia ed emozionante (gamma)
2. Professionalità
Borsano – Per Sempre
1. Programma extra di comunicazione sia esterna che interna al PDV
2. Estetica mostre, anche con complementi d’arredo
3. Argomentazione “bello e possibile”
Ciani – Valcucine
Puntano all’eccellenza in tutti i campi e ritengono fondamentale avere un sistema di persone che funzioni, per cui:
1. Formazione esterna ed interna (anche dei montatori del PDV);
2. Selezione agenti e PDV (negli ultimi 5 anni -50% PDV, + 50% fatturato)
3. Partnership di lungo periodo con obiettivi condivisi
Facco – Lago
L’azienda è cresciuta di 6 volte (fatturato) negli ultimi 4 anni.
Come affronta la crisi?
1. Prodotto
2. Distribuzione. In 2 anni ahnno avuto 280 adesioni in Italia e 60 all’estero per i Lago Store
3. Comunicazione, soprattutto sul web. Concetto di azienda aperta.
4. Innovazione in tutte le aree aziendali. Progetto Lago Studio in collaborazione con principali Università Design in Europa: 6 volte all’anno si incontrano studenti per 15 giorni
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